Cerotto al peperoncino: un caso di fitopolitica.
Sono i casi della vita: conosci un medicinale, efficace, e lo apprezzi per quello che è, per quello che vale, per quello e per come è registrato al Ministero.
Poi invece ti accorgi che:
il 97% della sua composizione è costituito da eccipienti!
In verità gli eccipienti sono abitualmente trascurati da molti, e nel caso specifico il 75% della loro composizione è costituito da ben 3 fitocomplessi, forse non proprio inerti, bensì attivi dal punto di vista farmacologico, in quanto contenenti sostanze ad attività antiinfiammatoria.
Interessante vero?
Vien da chiedersi allora cosa conti di più: gli eccipienti attivi (75%) o la sostanza per la quale è registrato (3%). Mi ricorda tanto le coalizioni di più partiti politici, che si presentano prima con il nome di un leader, poi, quando si arriva a decidere, si presentano come l’insieme sì, ma dei singoli partiti, e ognuno vuol dir la sua, e ognuno vuole la sua parte. In campagna elettorale merita compaia l’uno, ma dopo compaiono tutti. Ogni allusione a fatti veramente accaduti e puramente… vera
Nello specifico queste considerazioni bonarie di “fitopolitica”, prendono spunto in realtà da un medicinale a base di peperoncino, oleoresina di Capsicum, storicamente noto, in cerotti, registrati e utilizzati per curare lombalgie, stiramenti muscolari, nevralgie intercostali e stati dolorosi di natura reumatica.
In particolare questo interessante e utile medicinale contiene il 3% della oleoresina di Capsicum, la quale contiene a sua volta il 3,3 % di capsaicina (che nel medicinale risulta quindi concentrata allo 0,099 %), contro invece il 75% del medicinale (inquadrato come “eccipienti”) che è costituito da
- Resina di Boswellia 4,20 g
- Iride rizoma 24,60 g
- Colofonia 35,70 g
Molto “curiosa” la cosa, potremmo dire, anche perché i triterpeni della Boswellia, i diterpeni della Colofonia (oltre 90% acido abietico) ed i terpenoidi del Rizoma di Iris, possono essere responsabili di molteplici attività farmacologiche, oltre quelle aromatiche, oltre ovviamente alla mera funzione di “eccipiente”, ben diverse certo da quelle della capsaicina per la quale il medicinale è registrato.
Potremmo allora chiederci “fu vera gloria” quella della capsaicina ?
Chi è veramente l’attivo, o chi sono gli attivi ? Quali i meccanismi d’azione ? Quale l’assorbimento transcutaneo? Quali le reali indicazioni, controindicazioni, ecc. Quale il più adeguato gruppo terapeutico ? Rivedere o non rivedere il bugiardino ?
Conoscete casi simili ?
E quindi, cerotto al peperoncino o colazione di tante erbe guidata da un leader? Leader di facciata o di sostanza?
Fabio Firenzuoli
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