Tannini ? Anche sì, grazie!
Un tempo erano ritenuti utili solo contro la diarrea, poi come anche come antiinfiammatori, poi ancora come antiossidanti, o come protettori vascolari, cioè per la circolazione venosa, poi ancora per quella arteriosa, poi ancor per la micorciroclazione capillare, poi come antiangiogenici, proapoptotici, antitumorali, come antivirali, come … Insomma quasi quasi contro tutto e pro tutto. Salva vita. Chi sono ? tannini, polifenoli, catechine, epicatechine, gallotannini, tannici, acido gallico, acido tannico, acido ellagico, flavonoidi, procianidine, cianidine, antociani, e chi più ne ha più ne metta. In realtà non si tratta di qualche molecola, bensì di una grande famiglia, direi grandissima, anzi enorme (in realtà migliaia e migliaia di sostanze…) presenti nei vegetali, dalla frutta alla verdura, alle piante ad uso salutistico a quelle ad uso medicinale.
Dico questo solo perché spesso questi termini, tannini, epicatechine, polifenoli, acido ellagico, ecc. (che oggi sembrano andare anche un po’ di moda…) vengono confusi l’uno con l’altro, ritenendoli simili, anche molto simili. In realtà possono esserlo davvero, sostanzialmente parenti dal punti di vista chimico, e quindi ritenendo sostanzialmente uguale usare l’un termine piuttosto che l’altro, come si dice si fa di ogni erba un fascio. Pensando che tutti più o meno abbiano anche le stesse proprietà e caratteristiche biologiche. Ecco appunto. La struttura chimica, la somiglianza chimica, anche molto stretta, la differenza di attività biologica. Questi sono concetti spesso non compresi neppure da noi che studiamo questi argomenti da sempre, perché anche minime differenze, pressochè impercettibili, di posizionamento dello spazio di una molecola, o di un atomo, può variare poi la reattività e l’affinità della molecola con un recettore e modificare il suo effetto biologico.
Spesso ovviamente la confusione nasce dall’ignoranza. E noi su questo fronte reagiamo facendo studiare i nostri “alunni” ( in realtà professionisti veri che frequentano i nostri corsi), e questo per l’appunto è proprio un capitolo di quelli che devono studiare per questa prossima estate, e che mi auguro stiano già studiando in vista della verifica di settembre…
Ebbene senza voler tediare nessuno su queste cose “interne”, ma solo per dare l’idea della complessità che può stare anche solo dentro una frazione di sostanze attive presente nei vegetali, una ricerca interessante è appena stata pubblicata in letteratura, proprio su sostanze che appartengono a questo gruppo. Lavoro direi degno di nota, condotto da ricercatori americani della Utah University, Salt Lake City.
La ricerca (PLoS One. 2015 Jul 17;10(7):e0131358) riguarda l’attività dell’ acido tannico contro il virus dell’epatite C, virus che può provocare una epatite cronica, malattia diffusa in tutto il mondo, responsabile spesso di cirrosi e poi di carcinoma del fegato. Quindi un’infezione rischiosa, e questo anche se la terapia antivirale ha notevolmente migliorato recentemente, un numero di pazienti rimangono non trattati. Altri si infettano una volta trapiantati. Ingresso virale è un passo essenziale per l’avvio e il mantenimento di infezioni da HCV cronica. E proprio gli inibitori dell’ingresso del virus potrebbero svolgere un ruolo importante nel prevenire l’infezione da HCV di fegati trapiantati di recente.
L’acido tannico, un polimero di molecole di acido gallico e glucosio, è un polifenolo di origine vegetale che difende alcune piante da insetti e infezioni microbiche. Essa ha dimostrato di avere una varietà di effetti biologici, inclusa l’attività antivirale, e viene usato come agente aromatizzante in alimenti e bevande.
Ebbene, proprio questo lavoro di Liu e coll. ha dimostrato che l’acido tannico inibisce fortemente l’ingresso nelle cellule B del virus dell’epatite C. Blocca anche la diffusione del virus da cellula a cellula in quelle già infettate, ma non la replicazione del virus dopo l’infezione. In particolare è stato riscontrato che l’ acido tannico inibisce la prima fase dell’ingresso del virus, cioè l’attacco del virus sulla superficie cellulare, ricordando come meccanismo d’azione proprio quelle delle parenti procianidine del mirtillo rosso che esercitano appunto con la inibizione dell’attacco dell’Escherichia coli sull’epitelio delle vie urinarie.
E’ stato dimostrato anche che l’ acido gallico, un componente strutturale di acido tannico, non ha alcuna attività anti-HCV tra cui l’inibizione di entrata HCV o la replica a concentrazioni fino a 25 micron. Probabilmente quindi è proprio la struttura complessa di tipo tannico che esercita questo importante effetto sul virus.
La considerazione finale è che potremmo forse avere, di qui a poco, fonti alimentari o da piante medicinali di sostanze utili nel ridurre il rischio di progressione della malattia e o delle sue complicanze. Partendo da sostanze presenti, non solo nelle “galle” della querce, ma anche in frutta e verdura, attive già a piccole concentrazioni, magari sfruttabili anche solo come succhi, meglio ancora in fase di prevenzione. Sostanze un tempo ritenute utili solo dall’industria conciaria per “tannare” le pelli o come antidiarroici…
A qualcosa serve anche la ricerca fine di laboratorio. Speriamo presto e bene. Intanto frutta e verdura fresca !!
Fabio Firenzuoli
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