Curcuma fitomania…
Fitomania la chiamo io, cioè l’ ossessione patologica per un corretto uso delle sostanze di origine naturale, con una grande attenzione, appunto ossessiva, ad evitare tutto quello che sta attorno alla singola molecola estratta dalla pianta stessa. Avete mai assaggiato una “bella tazzina di caffeina” ? Fattibile certo, ma non fatelo, ne rimarreste delusi. Bella semmai, pura e limpida, ma non buona, né tantomeno utile al palato e al benessere della vostra mente come invece una “buona tazzina di caffè”. In quel caso sapreste certamente quanta caffeina avete nella vostra tazzina, ovvio, ce la mettete voi (!), ma avreste perso tutto il resto, il profumo, il colore, il sapore, la schiuma… di una buona tazza di caffè, con tutti i suoi benefici, sul cervello, sul cuore, sul fisico nella sua interezza. Appunto perché non avrete più i polifenoli, né i terpeni e neppure le saponine presenti invece nella tazzina di caffè. Che poi insieme contribuiscono all’aspetto ed anche ai benefici del caffè stesso.
E come per il fitocomplesso del caffè, questo concetto vale anche per molte altre piante: gli effetti di un fitocomplesso sono completamente diversi da quello di una della innumerevoli singole sostanze in esso contenute. Talvolta sono migliori per raggiungere un certo obiettivo. Il rischio della fitomania, ossia dell’ossessione delle sostanze naturali iper-pure, denigrando di principio i fitocomplessi, è quello di perderne appunto le opportunità che in alcuni casi la natura ci mette a disposizione, quelle cioè di un pool di sostanze già presenti in natura, magari conosciuto, definito e ben studiato.
Oggi è di moda l’uso della curcumina super-pura e super-concentrata e super-bio-disponibile. Ognuno ha quella migliore dell’altra. Già ma sempre curcumina è, senza turmerone ad esempio, una delle altre più importanti sostanze costituenti l’olio essenziale della Curcuma, presente nel suo rizoma, e sinergica alla curcumina nel determinismo dell’attività antiinfiammatoria e pro-apoptotica e neuroprotettiva. Va bene, serve, ed è molto opportuno studiare le singole molecole per quello che sono, ma non fa bene né al cuore, né al cervello, tantomeno all’anima diventare fitomaniacali.
E, sempre nel caso della Curcuma ad esempio, perderemmo l’opportunità di avere un buon prodotto naturale antiinfiammatorio e disinfettante per il tubo digerente, o rigenerante per un cervello affetto da una malattia degenerativa, o le migliori chances per un paziente oncologico o reumatico.
Anche per un ricercatore, ma soprattutto per un clinico, il buonsenso è quella caratteristica che deve andare di pari passo e a braccetto con la curiosità, l’ appropriatezza e la precisione, onde evitare che queste si trasformino in manie, e che il meglio poi rischi di diventare nemico del bene.
Fabio Firenzuoli

La gestione del riconoscimento dell'operatore della salute e la trasmissione e archiviazione delle relative chiavi d'accesso e dei dati personali del professionista della salute avviene mediante la piattaforma Medikey® nel rispetto dei requisiti richiesti da
Il Ministero della Salute (Circolare Min. San. - Dipartimento Valutazione Farmaci e Farmacovigilanza n° 800.I/15/1267 del 22 marzo 2000)
Codice della Privacy (D.Lgs 30/06/2003 n. 196) sulla tutela dei dati personali
Commenti recenti