L’ Echinacea funziona ? Ma anche sì…
Dare un parere definitivo non è così semplice come potrebbe sembrare. Dipende prima di tutto dal tipo di pianta, di estratto di concentrazione di sostanze, e di indicazione terapeutica, ovviamente.
Ma dipende anche non tanto dal “come” si legge la letteratura disponibile, quanto piuttosto dal “se” si legge la letteratura disponibile. E, stando alla complessità della pianta e delle possibili forme estrattive utilizzate per condurre gli studi, occorre metodologia idonea a studiare dati omogenei, altrimenti si rischia di costruire castelli sulla sabbia. Ecco perché i dati più accreditati sono quelli frutto di revisioni sistematiche della letteratura piuttosto che i singoli clinical trials, molto disomogeni tra loro, come confermato dalla stessa revisione della Cochrane (2014), spesso l’unica fonte di letterature considerata.
Fa intanto e certamente testo la Monografia dell’ EMA, Agenzia Europea per la valutazione dei medicinali, del 2015, nella quale si afferma che l’Echinacea ha un riconoscimento come medicinale vegetale di uso consolidato per la prevenzione e trattamento del raffreddore. Direte voi, tutta questo sperpero di soldi per dimostrare che serve nel raffreddore ? Anche sì, visto che si tratta del documento dell’ EMA che ne autorizza la registrazione. Altra cosa poi è sapere che il raffreddore si può anche non curare ed aspettare che passi da solo… Ma questo sarebbe un altro argomento.
Se poi vogliamo entrare nel merito dei commenti della letteratura allora diciamo subito che la famosa Cochrane sull’Echinacea (2014) non porta a nessuna complessiva conclusione perché i risultati non sono assemblabili: i 24 studi selezionati sono molto disomogenei tra loro. In realtà sono dati non utilizzabili per la enorme differenza fra le differenti specie di Echinacea, parti della pianta utilizzate e tipologia di estratto. In alcuni gruppi ci sono risultati negativi, in altri c’è la tendenza a risultati positivi. E gli Autori concludono affermando che non ci sono dimostrazioni di efficacia. Come prevedibile.
Ma dal 2014 in poi vi sono altre revisioni più aggiornate che forse merita considerare… oltre ovviamente alla documento dell’EMA. E non possono essere trascurati…
In una revisione sistematica del 2015, condotta da Sharpowal e coll . revisori indipendenti hanno selezionato studi randomizzati, controllati con placebo di elevata qualità metodologica (Jadad di ≥4). Sei studi clinici con un totale di 2458 partecipanti sono stati inclusi nella meta-analisi. L’uso di estratti di Echinacea era associato a un ridotto rischio di infezioni respiratorie ricorrenti (RR 0,649, IC 95% 0,545-0,774, P <0,0001). Gli estratti etanolici di Echinacea sembravano fornire effetti superiori sui succhi pressati e un aumento del dosaggio durante gli episodi acuti ha ulteriormente migliorato questi effetti. Tre studi indipendenti hanno rilevato che negli individui con maggiore suscettibilità, stress o stato di debolezza immunologica, l’ Echinacea dimezzava il rischio di infezioni respiratorie ricorrenti (RR 0,501, IC 95% 0,380-0,661; P <0,0001). Effetti preventivi simili sono stati osservati con infezioni recidivanti confermate dal punto di vista di laboratorio (RR 0,420, IC 95% 0,222-0,796, P = 0,005). Complicazioni comprendenti polmonite, otite media / esterna e tonsillite / faringite erano anche meno frequenti con il trattamento con Echinacea (RR 0,503, 95% CI 0,384-0,658, P <0,0001). Gli Autori concludono che l’ Echinacea riduce in modo significativo il rischio di infezioni respiratorie ricorrenti e di complicazioni dello stesso. Gli effetti immunomodulatori, antivirali e antinfiammatori possono contribuire ai benefici clinici osservati, che appaiono più forti negli individui suscettibili.
Wagner e coll. sempre 2015 hanno condotto un’altra revisione sistematica della letteratura con metanalisi che ha esaminato studi di elevata qualità metodologica, e che consente loro di affermare che, sebbene l’Echinacea non sia stata in grado di influenzare i sintomi della tosse dei pazienti, ha comunque diminuito gli altri comuni sintomi del raffreddore, riducendone la durata. Lievi gli effetti avversi, auto limitanti, senza necessità di trattamento alcuno.
E quindi, anche se lo dicesse un medico che l’Echinacea “non funziona”, come talvolta succede, stendendo giudizi definitivi su una materia complessa e articolata come quella delle piante medicinali, ebbene, a questo medico dovremmo consigliare di considerare prima tutta la letteratura disponibile, non solo una parte, quanto meno di leggerla, poi, semmai, di studiarla anche. Letteratura peraltro reperibile da chiunque nelle banche dati “normali”, a disposizione di tutta la comunità scientifica. Anche se i medici sono molto impegnati in realtà non ci vuole molto a studiare un po’ di più…
Un po’ di equilibrio non guasta mai… Non abbiamo il paraocchi noi quando dobbiamo riconoscere l’inefficacia di certi prodotti naturali, i loro limiti ed i loro rischi, ma non devono averli neppure gli altri per le piante riconosciute sicure ed efficaci.
Fabio Firenzuoli

La gestione del riconoscimento dell'operatore della salute e la trasmissione e archiviazione delle relative chiavi d'accesso e dei dati personali del professionista della salute avviene mediante la piattaforma Medikey® nel rispetto dei requisiti richiesti da
Il Ministero della Salute (Circolare Min. San. - Dipartimento Valutazione Farmaci e Farmacovigilanza n° 800.I/15/1267 del 22 marzo 2000)
Codice della Privacy (D.Lgs 30/06/2003 n. 196) sulla tutela dei dati personali
Commenti recenti