Aromatiche interazioni nel Timo.
Si percepisce già da lontano l’aroma gradevolissimo di questa ricerca appena sfornata su Molecules, un’importante rivista internazionale di chimica organica. Si tratta di uno studio originale di un gruppo di ricercatori di farmacologia e scienze farmaceutiche di Pretoria, in Sud Africa, finalizzato ad analizzare l’attività e i misteri dell’essenza in quanto fitocomplesso, la vera peculiarità della fitoterapia.
Gli Autori, ha voluto analizzare l’attività antimicrobica dell’olio essenziale di Timo (Thymus vulgaris) e in particolare dei suoi più importanti costituenti attivi, e delle loro varie possibili associazioni esplorare le interazioni tra loro. Per lo studio è stato utilizzato il chemiotipo a timolo (60%), con p-cimene al 15%.
La gas cromatografia associata alla spettrometria di massa ha rivelato 22 composti che rappresentano oltre il 95 % della composizione dell’ olio di Timo, e in base alla MIC, cioè alla loro concentrazione minima inibente, è stato possibile per i ricercatori distinguere composti più o meno attivi, ma soprattutto è stato possibile identificare associazioni tra loro che dimostrano un sinergismo d’azione (21 %) oppure un effetto additivo (42 %) o al contrario invece antagonista (36%).
La cosa che ha stupito di più è stata l’assenza di sinergie tra i composti più attivi, mentre sono emerse interazioni positive tra questi e le sostanze di per sé più deboli in quanto ad attività antimicrobica, come nel caso di alcuni germi che sono risultati maggiormente sensibili alla associazione tra cimene e timolo, scombinando le più accademiche previsioni.
Una lettura approfondita dell’articolo (Molecules 2014, 19, 2896-2910; doi:10.3390/molecules19032896) vi consentirà di aggiungere un motivo in più nella scelta quantomeno dello studio della fitoterapia e semmai anche delle sue applicazioni cliniche.
Fabio Firenzuoli
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