15 giugno 2015 ~ 0 Commenti

Colesterolo: gli interessi della ricerca…

psck9Farmaco che spesso genera la necessità di altri farmaci… una storia infinita. Succede spesso quando si interviene con una singola molecola che, pur risolvendo alcuni problemi, agendo su singoli recettori, poi alla lunga o alla breve, può turbare certi equilibri biologici e generare altre situazioni di precarietà.

E’ quello che succede con la terapia con statine, che nel tempo riducono il contenuto il coenzima Q10 ed aumentano il PCSK9, una proteasi prodotta dal fegato che degrada i recettori epatici per le LDL. A questo consegue una diminuita rimozione delle LDL, ed un aumento del loro livello.

In ultima analisi così si riduce nel tempo l’effetto delle statine stesse. E sorge allora la necessità di integrare la terapia con coenzima Q10 da una parte e nuovi farmaci dall’altra, i cosiddetti inibitori del PCSK9, che appunto dovrebbero essere associati alla terapia con statine.

Peso e contrappesi e poi ancora pesi e nuovi contrappesi e … soldi appesi.

Già perché i nuovissimi inibitori del PCSK9 che stanno per entrare sul mercato probabilmente anche europeo, sono costituiti da anticorpi monoclonali, frutto quindi della più evoluta ricerca biotecnologica. E questa associazione di farmaci con le statine comporterebbe una maggiore e importante riduzione del livello di colesterolo cattivo con riduzione significativa della mortalità cardiovascolare.

Ma … primo quest’ultimo aspetto ancora non è stato dimostrato, perché non c’è stato il tempo materiale per sperimentarlo, secondo gli effetti collaterali a lungo termine nessuno è in grado di valutarli.

Sono invece ben valutabili gli effetti collaterali immediati, quelli cioè relativi al costo di tutto questo processo di ricerca. Già, il costo, perché non stiamo parlando proprio di quisquilie …

Il costo di questi nuovi farmaci, per ciascun paziente, all’anno, si aggira intorno ai 10.000 euro.

Sì, avete capito bene, diecimila euro, all’anno, per singolo paziente !

Moltiplicatelo voi per il numero di pazienti …

Quindi, ok alla ricerca finalizzata allo studio di nuovi farmaci, ci mancherebbe, ma in un tempo in cui si rafforzano le tematiche discusse relativamente alla sostenibilità di molte interventi alimentari, farmaci, terapie alternative, ecc.

Sostenibilità economica, ambientale e di salute, dicevo che in un tempo del genere sono aspetti che suscitano non poche perplessità … immaginare che  per abbassare il colesterolo di un paziente si debbano spendere 10.000 euro all’anno … che poi ovviamente andrebbero aggiunti a quelli delle statine.

Soprattutto se pensiamo che la spesa media per una terapia ipocolesterolemizzante a base di fitoterapici è di circa 150 euro all’anno.

Sì, avete capito bene… centocinquanta euro all’anno, per singolo paziente!

Ebbene, credo che con la differenza che intercorre, e cioè 9.850 euro, per singolo paziente, per il numero dei pazienti, ogni anno…  c’entrerebbe anche della ricerca finalizzata a valutare i possibili vantaggi magari di una qualche terapia naturale (carciofo, riso rosso, aglio, berberina, citroflavonoidi,  …) rispetto ai farmaci di sintesi attuali e soprattutto rispetto a questi anticorpi, innovativi certo, che nessuno criminalizza, ma ancora con tanti, tanti, tanti punti ancora non chiariti!  E quelli economici chiariti sono invece già stati ben chiariti. Detto inter nos, vi sono pure inbitori naturali del PCSK9 che meriterebbero ricerche specifiche senza bisogno di sintetizzarli ex novo

Nessuno di noi può immaginare che vi siano interessi diversi da quelli scientifici…

Fabio Firenzuoli

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