17 ottobre 2015 ~ 0 Commenti

Crohn: fermate i cannoni!

cannoniCaro dottore

vengo da lei dopo aver peregrinato per alcune regioni d’ Italia. Mi hanno diagnosticato una ileite di Crohn, asintomatica, nel senso che sto bene, non ho alcun sintomo, né dolore, feci formate, non dolori addominali, non muco, non sangue, non diarrea, non febbre né febbricola, né tantomeno complicanze sistemiche… Si è trattato di una diagnosi incidentale fatta causalmente solo a seguito di una indagine ginecologica approfondita perché soffrivo di dolori annessiali a destra. E da una ecografia, per la presenza di una piccola falda di liquido nella zona intorno all’appendice,  appendice integra, indaga indaga, si è poi arrivati a fare pure la biopsia della mucosa dell’ileo, dalla quale è risultato un infiltrato istologico tipico. All’ecografia anse intestinali non ispessite, quindi meglio di così …

Quadro clinico ottimo. Esami ematici perfetti, salvo una lieve anemia ipocromica dovuta a perdite mestruali un po’ eccessive. Nient’altro di rilevante.

Il punto qual è? Che, fatta la diagnosi, le son cominciati i dolori …

Ma non quelli addominali, bensì quelli dell’approccio terapeutico  !!!

Lei, oltretutto esperta di chimica, precisa e puntuale ha iniziato a cercare il percorso ottimale da fare in questo caso …

E, in una struttura si è sentita proporre un bel protocollo:

  •  subito farmaci biologici, il concetto è “il toro va preso per la corna”

la paziente, non sprovveduta,  è rimasta abbastanza stupita della cosa, ed ha pensato, aspetta un momento che ne sento un’altra, magari ho frainteso, magari ci sono altri protocolli, magari mi propongono altri accertamenti, magari non so …

Altra Regione, altra struttura, altro protocollo:

  • farmaci biologici ? Non se ne parla nemmeno, iniziare subito con mesalazina
  • terzo protocollo:  + cortisonici al bisogno…

Nel frattempo la paziente, sua sponte, aveva iniziato una automedicazione con Boswellia e omega 3,  poi interrotti (perché non dimentichiamoci comunque che stava bene !!!), modifica intelligentemente la sua alimentazione  e viene a consulto.

E arriva fondamentalmente con una domanda di fondo, anche se non esplicita: ma ogni medico si fa il suo protocollo ?

Allora anch’io potrei farmi il mio…

E soprattutto se lo fa sulla pelle dei pazienti ?

Visto che non ci sono trials clinici condotti su pazienti asintomatici nelle mie condizioni ….

E poi ancora ogni Regione ha i suoi protocolli autorizzati ? A volte non servirebbe un po’ di vecchio buon senso ?

Poi ancora dice la paziente, visto che coloro ai quali ho parlato di Boswellia mi hanno risposto che la Boswellia non sono autorizzati a prescriverla perché non rientra nei protocolli, rientra forse nei protocolli prescrivere farmaci biologici a chi sta bene?

Sarebbe quasi quasi come sparare cannonate su popolazioni civili che non hanno fatto niente di male a nessuno solo perché un domani potrebbero diventare covi di terroristi attivi responsabili di crimini contro l’umanità ? Non so …

In ultima analisi, la storia di questa visita si è conclusa che la paziente aveva visto giusto nell’intuire la strada di una terapia utile fin d’ora nel prevenire l’evoluzione di una malattia con la fitoterapia, malattia che pure esiste anche se non clinicamente significativa. La malattia è solo all’inizio, potrebbe benissimo non evolvere, deve solo essere seguita e controllata adeguatamente ma anche curata. Ad esempio con la RMN studierà adeguatamente lo spessore delle anse intestinali cosa che non è stato ancora fatto (se non con una ecografia addominale), e quindi avremo un dato più preciso. E solo nel tempo potremo seguire una eventuale aggravamento della malattia. Stare senza terapia certo non conviene perché di per sé può evolvere anche in modo silente senza diarrea, senza dolori, ecc e portare ad esempio poi a stenosi dell’intestino o altre complicanze.

In ultima analisi, al momento, vista la clinica silente, in attesa anche della RMN, si è trattato solo di perfezionare la fitoterapia, peraltro già abbozzata in forma di automedicazione (oltretutto basandosi su letteratura disponibile !). E già questo ha pure tranquillizzato la paziente dall’involontario (ovvio) terrorismo che tuttavia i vari “protocolli” erano pur riusciti ad esercitare ancor prima di sparare il primo colpo di cannone.

In questo caso si è potuto fare. In questo caso l’abbiamo fatto.

Fabio Firenzuoli

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