13 marzo 2016 ~ 2 Commenti

Dal frutto dell’ Olivello speranze antiinfiammatorie

olivelloIn passato noto come astringente e come fonte di olio ad uso cosmetico, anche se abbastanza trascurato, il frutto dell’ Olivello spinoso si sta dimostrando oggi sempre più interessante agli occhi dei ricercatori.  In un recente lavoro clinico sono emerse interessanti attività immunomodulanti: anzi direi importanti  sono risultate le conclusioni dei ricercatori indiani che ne hanno studiato gli effetti su pazienti con sindrome nefrosica idiopatica.

Questa è una malattia nella quale il rene lascia filtrare nelle urine un carico di proteine superiore al normale (che praticamente dovrebbe essere uguale a zero), con una serie di reazioni a cascata conseguenti, in particolare stanchezza, edemi periferici e dislipidemie. La malattia è su base autoimmune.

Ebbene, il gruppo trattato con l’aggiunta del succo di Olivello spinoso alla terapia di base ha visto una significativa riduzione dell’edema e della proteinuria, così come delle citochine infiammatorie.

La pianta di origini orientali (altopiano del Tibet), ma ora comune anche nelle zone continentali europee, era già nota in passato in particolare per i suoi impieghi in cosmetologia, ma sta ora invece acquisendo sempre più importanza dal punto di vista antiinfiammatorio. I suoi frutti ricchi in polifenoli, vitamine e antiossidanti sono utilizzabili in erboristeria e fitoterapia, ora più di prima, in forma di succo o di estratti.

Tra le altre cose questo articolo in particolare sottolinea la opportunità di avere a disposizione una pianta medicinale che proviene dall’alimentazione orientale, ma la cosa più importante è che ci illumina su una nuova possibilità: e cioè che questa pianta  dopo essere stata ben studiata su gruppi di pazienti numericamente consistenti, e con metodologia scientifica ( ma la cosa di per sé non sarebbe per niente difficile),   potrebbe ben essere utilizzabile, come antinfiammatorio  anche  su pazienti affetti da altre patologie autoimmuni, molto più diffuse e invalidanti della sindrome nefrosica, con grosse ripercussioni non solo dal punto di vista medico ma anche sociale nonché economico, quali ad esempio le artriti croniche su base autoimmune, malattie che spesso necessitano di terapie farmacologiche con cortisonici e/o immunosoppressori.

Per cui il gioco a mio giudizio vale ben  la candela… da tutti i punti di vista!

Fabio Firenzuoli

Singh RG, et al. J Assoc Physicians India. 2013 Jun;61(6):397-9.

 

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