31 ottobre 2014 ~ 0 Commenti

Erbe e Cancro: sì, ma … però … Dati aggiornati.

Artemisia_annuaErbe e integratori al primissimo posto tra le medicine complementari utilizzate da oltre un terzo dei pazienti oncologici. Lo dice una recentissima ricerca italiana, o meglio toscana…

Già ma … cerchiamo di capire meglio! Perché credo vi siano alcune osservazioni che riguardano tutti, non solo i pazienti, ma anche gli operatori del settore.

Premessa

Nell’ultimo decennio,  per rispondere alle richieste dei malati di cancro, sono stati creati Dipartimenti di oncologia integrata in almeno 30 dei principali ospedali statunitensi, tra i quali l’ MD Anderson Cancer Center di Houston ed il  Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York.

E numerosi studi condotti in Italia e in Europa dimostrano che un malato di tumore su tre ricorre alle MC, per motivazioni diverse, quali il trattamento degli effetti collaterali della terapia corrente o  il miglioramento della qualità della vita.

Ebbene, questa interessante e significativa ricerca è stata recentemente pubblicata da Bonacchi et al. (2014), un gruppo di psicologi clinici, epidemiologi e oncologi,  su 803 pazienti già afferenti in alcuni  dipartimenti oncologici del Centro-Nord della Toscana.

La ricerca conferma l’elevato ricorso di questi pazienti alle medicine complementari, ben il 38 % fa o ha fatto uso di una o più tecniche terapeutiche.

Eccole in ordine di utilizzo:

 %

Integratori

24.0

Erbe

10.8

Omeopatia

 6.4

Dieta

 5.7

Massaggi

3.0

Yoga

2.4

Meditazione

2.0

Training autogeno

2.0

Fiori di Bach

1.5

Agopuntura

1.0

 

Primo dato,  interessante

Emerge dalla indagine che due pazienti su tre informano il loro medico di quanto stanno facendo.  E rispetto al passato questo è un grosso passo avanti.

Secondo dato, positivo

Il 90 % riferisce di averne tratto beneficio, ed il 60 % buono e molto buono.  Dati positivi sì, anche se di per sè non molto significativi perchè non sono vs un gruppo di controllo ma solo prima-dopo. Inoltre il malato di cancro che ricorre all’oncologia integrata mostra una maggiore compliance al trattamento

Terzo dato, importante

La maggior parte dei pazienti si rivolge alle erbe ed integratori

E qui cominciano gli interrogativi

ai quali speriamo magari una estensione della ricerca possa dare risposta…

Già, perché dalla ricerca emerge che il 10 % fa ricorso ad “erbe”, ed il 24 % ad integratori ! Forse dimenticando che nel nostro Paese almeno il 50 % degli integratori sono a base di erbe. Quindi viene automatico chiedersi se anche gli integratori utilizzati da questi pazienti oncologici erano integratori di vitamine/minerali o non piuttosto  integratori a base di erbe … perché questo cambierebbe di molto la voce “erbe “ della Tabella.  E poi ancora: la voce “Erbe” della Tabella si riferisce a erbe per tisana? preparate in casa? oppure anche quelle in integratori ? oppure in medicinali ? Consigliate da chi ? Prescritte e vendute da chi ? Acquistate al supermercato, o su internet, o raccolte spontaneamente nei campi ? Oppure in farmacia e in erboristeria con dietro un esperto ?

E ancora

Queste erbe venivano assunte prima, durante o dopo la chemio/radioterapia? E se no, a che distanza da esse ?

E ancora

Siccome nella nostra esperienza ormai pluridecennale di uso di erbe medicinali in ambito oncologico, possiamo dire di aver visto di tutto (…), da pazienti che si fanno impacchi di foglie di cavolo su tumori al seno a pazienti che acquistano online estratti di piante neppure ammesse dal nostro Ministero, da prodotti autorizzati a prodotti sconosciuti alle stesse Autorità…, da prodotto monocomponenti, ben formulati e controllati a prodotti che contengono anche 5, 10, e più erbe … Ebbene, quantomeno si dovrebbe sapere la tipologia del prodotti, quante erbe contengono, il tipo di estratto, la concentrazione, ecc.

Questo perché, ancora oggi vediamo pazienti gravi, complessi, con tanti farmaci, già pericolosi di suo, ai quali talvolta con forse troppa disinvoltura vengono associati uno – due – tre integratori contenenti anche  numerose piante al loro interno. Talvolta anche prive di evidenze. Dimenticando che già una sola pianta contiene molte sostanze, più o meno concentrate. Dimenticando invece che maggiore è il numero delle piante maggiore è il rischio di interazioni tra le stesse erbe e tra le erbe e la chemio e/o radio terapia

Ancora…

Dalla ricerca emerge che la più importante fonte di informazioni per i pazienti sono stati:

medici                 42.0 %

amici                    31.3 %

parenti                 18.5 %

media                  13.3 %

farmacisti             4.0 %

altri pazienti        2.6 %

altri                         6.1 %

Ebbene allora mi chiedo, e gli erboristi ? e i naturopati ? Come se non esistessero ? Agli erboristi ad esempio si rivolge – dati di campionamento statisticamente significativi -.oltre il 20 % dei cittadini della nostra Regione.  Forse qui non emergono perché all’ oncologo di “terapie alternative”  i pazienti ne parlano sì,  ma fino ad un certo punto … O forse perché in questi casi l’erborista preferisce astenersi dal consigliare ? O forse perché … chissà… ! Certo è che queste considerazioni credo debbano venire poste, e anche rapidamente agli stessi oncologi, sia per orientare, meglio di prima, una possibile razionale e controllata integrazione (non solo di terapie ma anche di professionalità), sia per analizzare meglio eventuali manifestazioni di tossicità delle terapie (ridotta o aumentata), sia comunque per organizzare al meglio eventuali percorsi sanitari integrati. Il tutto ovviamente finalizzato alla riduzione dei rischi e alla ottimizzazione delle sinergie.

Alla prossima !

FF

 

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