Efedra: scartando scartando…
Scartando l’ Efedra dall’elenco delle piante liberamente utilizzabili perché pericolosa, ben han fatto le Autorità sanitarie. Così avrei scritto qualche anno fa. Semplicemente. Non merita più utilizzarla in prodotti dimagranti, né, in quanto dopante, per gli sportivi, neppure sotto mentite spoglie. Punto e basta.
Scartando invece l’ Efedra che vedete nella foto, regalatami da un collega anestesista, sono rimasto estasiato: dal pacco ricevuto mi sono apparse queste due tavole del Mattioli, bellissime, disegnate 500 anni orsono. Ne sono rimasto estasiato anche perché mi ha permesso di vedere come le cose in maniera sorprendete cambiano con il tempo: oggi ad esempio scriverei cose diverse, senza fermarmi certo lì, al proibizionismo quantomeno scientifico.
La pianta sta benissimo a ponte tra la medicina convenzionale (anestesia) e quella tradizionale (medicina tradizionale cinese), ma anche tra la storia della medicina e la medicina attuale. La farmaceutica attuale infatti ha scartato tutto quello che c’è nella pianta per concentrarsi soltanto sulla molecola dell’efedrina e pseudoefedrina, peraltro quelle più pericolose. E oggi per l’appunto, solo queste si possono utilizzare, in alcune specifiche condizioni cliniche. La pianta non si utilizza più, anche se queste sostanze sono contenute in percentuali molto basse, intorno all’ 1 %.
E già che oggi siamo in tema di “scartamenti” , scartando scartando, forse potremmo anche, al contrario, scartare proprio quell’ 1% di efedrina e tenersi la pianta, forse. Quantomeno provare a chiedersi cioè se nel restante 99% della pianta magari ci siano o non ci siano sostanze che possano avere una qualche utilità… Di certo merita studiare la cosa (e non è da ora che lo diciamo e lo dicono tutti quelli che usano le piante). L’ Efedra per l’appunto si è dimostrata ricca di flavonoidi, catechine e procianidine, ad attività antiinfiammatoria e anticancro … Ed è proprio questo che fortunatamente sta cominciando ad emergere.
Ecco ad esempio, di lato, una “tavola moderna” della Efedra “ridisegnata” dopo 500 anni, analiticamente, nella versione di un estratto con e senza efedrina. Non solo, ma la ricerca sta dimostrando ad esempio che proprio queste ultime le proprietà della pianta si mantengono anche nell’estratto senza l’efedrina… E vi pare poco ?
E allora perché scartare proprio la pianta così com’è ? Si aprono così altri mille scenari …
Ecco perché oggi, dell’ Efedra, preferisco limitarmi a scartare solo il pacco regalo, ed appendere con gioia queste Tavole del Mattioli.
Fabio Firenzuoli

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