25 maggio 2017 ~ 0 Commenti

Incredibili Papaveri rossi…

FST Rosolaccio

Osanloo, 2016

E chi l’avrebbe mai detto? Cose intriganti anche dall’umile Papavero dei campi, o Rosolaccio, usato un tempo insieme ai fiori di ginestra per le decorazioni di strada lungo il percorso di processioni religiose, ma anche per artigianali e domestici rossetti o colorante per la guance pallide delle ragazze di paese. In realtà la medicina popolare di un tempo lo utilizzava molto anche in forma di infuso per tisane e sciroppi calmanti la tosse e favorenti il sonno dei bambini. Non solo, ma anche per farne insalate di campo, in particolare con le foglie basali ancora tenere, raccolte prima della fioritura. Raccolte ancore tènere sono ottime, meglio se mischiate ad altre erbette. Lo confermo.

Invece una curiosità molto interessante  è rappresentata da recenti ricerche di farmacologia pre-clinica, che stanno dimostrando, al Forced Swimming Test, come estratti di Rosolaccio abbiano  effetti simili alla fluoxetina, uno psicofarmaco utilizzato come antidepressivo. E sembra pure che funzioni di più nelle femmine che non nei maschi! Che possa diventare nel tempo anche una buona pianta utile nelle sindromi ansioso depressive, con possibile impiego selettivo nella medicina di genere ? Presto per dirlo.

Come si usa

La pianta produce anche un latice biancastro, e schiacciata produce pure un odore abbastanza forte, quasi pungente, dovuto alla presenza oltre che degli alcaloidi, in particolare di polifenoli, terpenoidi, e antociani (i pigmenti rossi dei petali).  Quindi non se ne fanno succhi! Mentre l’uso tradizionale prevede abitualmente il ricorso all’ infuso, come blando sedativo per disturbi del sonno dei bambini oppure al decotto delle capsule, per gli adulti. Pure uno sciroppo può essere preparato a livello domestico (100 gr di petali tenuti a macerare in 1 litro di acqua per una giornata, per poi farlo bollire con almeno 500 gr di zucchero. Alcuni aggiungono miele per dolcificare e aromatizzare. Conservare in vetro dopo pastorizzazione.

Della pianta in medicina si utilizzano fiori e capsule, ognuna delle quali può arrivare a contenere anche oltre 10.000 semi. E quindi con i semi anche di un solo fiore potremmo essere in grado di  ottenere un intero campo fiorito utile alla mente anche solo a guardarlo!

Non abusarne!

Non abusarne mai, perchè il Rosolaccio contiene una piccolissima quantità di alcaloidi, simili alla morfina. E quindi esagerare mai, neppure quando usato in sciroppi, neppure qualora venisse usato per insalate con altre erbe di campo.

Rosolaccio FirenzuoliIn letteratura infatti sono riportati alcuni casi di intossicazione,  sempre manifestatasi dopo un paio d’ore da una bella scorpacciata di rosolaccio: tutti i pazienti descritti sono infatti finiti all’ Ospedale con segni tipici di una intossicazione simile alla morfina, con nausea, vomito, miosi delle pupille e depressione del SNC, in più contrazioni tonico-cliniche epilettiche ed alterazioni del ritmo cardiaco. Ma erano arrivati a mangiarne anche 250 gr tutti insieme!

Grappa di Rosolaccio ? No grazie.

Questa proprio no. Il distillato della pianta infatti contiene numerose sostanze, prevalentemente terpeni,  metà delle quali  tuttavia sono costituite da phytol, una sostanza molto presente nell’olio essenziale di Gelsomino, del Coriandolo, del Pepe e di altre piante ancora, ma che potrebbe essere neurotossico (può provocare neuropatie). Il phytol viene invece utilizzato industrialmente per la produzione di aromi di sintesi, per cosmetici, disinfettanti, shampoo, saponi, detersivi e addirittura come precursore per la sintesi industriale di vitamina E e vitamina K1. Anche in questi casi: dai campi all’industria sì, ma senza passare per la farmacia.

Meglio fermarsi ai nostri  mille Papaveri rossi…

Fabio Firenzuoli

 

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