La vitalità della Curcuma.
Fagioli. Legume. Semi secchi e morti: buoni per alimentarsi, anzi ottimi direi, bianchi, neri, rossi, stretti, lunghi, larghi, fonte di proteine e non solo. Ma stamani ho avuto modo di riflettere come davvero statica e limitata possa essere questa visione, anche se corretta. Quantomeno parziale. Tipica di chi ha la linea dell’orizzonte poco oltre il suo naso… e neppure si pone domande, osserva e crede che quello che vede sia la verità, vede la realtà delle cose in quel momento, perdendo però l’opportunità di conoscere la verità, e pure l’anima delle cose apparentemente inanimate. E in ultimo si perde la vita e tutti i suoi misteri, in parte anche già risolti.
Vi spiego perché ho pensato questo stamani…
Domenica scorsa ho vangato il terreno dove avevo le piante di cetrioli, ormai seccate: ripulito, concimato e preparato per una nuova semina, quella dei fagiolini metro (fantastici in umido…).
Stamani, al terzo giorno dalla semina, la prima nascita: “hazzerola, dico io appena ho visto il primo germoglio, non posso perdermi questa nascita”. E l’ho fotografato.
Incredibile se ci pensi: metti un fagiolo secco e duro, morto lì da qualche anno, ed a contatto con l’acqua improvvisamente si accende, e torna vitale. Ma come può essere? In verità il semplice contatto con l’acqua produce la vita e trasforma una cosa inerte come un seme in un’altra, grande e verde, vitale e buona, con radici, stelo, foglie, fiori, frutti.
Stamani mi ci ha fatto riflettere il primo fagiolino germogliato, e poi ancora altri, che stanno appunto facendo capolino. Presto avrò le piante belle, fresche, rampicanti, grado di fare altri fagioli. E poi ancora, finito il tempo dei fagioli toccherà alle fave e poi di nuovo ai cetrioli, ed il ciclo continua…
Ma lo stupefacente è che questo fagiolino secco e duro, con un po’ di acqua soltanto è partito in tromba attivando tutti i suoi processi enzimatici, in grado di dare vita e speranza a quell’embrione quiescente che già stava in lui, sfruttando le proteine, i carboidrati, i lipidi, i fitormoni presenti, ecc. tutte le riserve lì da tempo, come morte, invece solo addormentate. La biologia conosce bene anche tutti processi metabolici interni al seme nella fase di germinazione, e senza magie spiega quello che l’uomo da sempre ha osservato. Da seme secco a pianta viva, e basta solo l’acqua a far la differenza, virando verso una visione metabolica o meglio dinamica della realtà.
E mi è venuto da pensare immediatamente, per analogia, a quante volte si sentono giudizi statici, tronchi, parziali, incompleti, inesatti anche sulle piante medicinali… dovuti ovviamente alla scarsa conoscenza, o alla pigrizia di informarsi o di studiare, non certo alla malafede (no, non ci voglio neanche proprio pensare).
E’ stato detto ad esempio che il pesto al basilico è tossico perché contiene estragolo. Punto. Visione statica, e morta, come quella di un chimico “spento”.
Chi fosse invece ben informato a 360° saprebbe che il basilico contiene anche sostanze che in vivo, una volta mangiato all’interno del pesto, impediscono l’attivazione dell’ estragolo. E quindi, conclusione vera: il pesto non è tossico. Visione dinamica questa, come quella di un bio-chimico “illuminato”.
La curcuma hanno detto i chimici non può funzionare perché è scarsamente biodisponibile e variabile nella sua composizione. Bene, questo nella realtà statica delle cose. Ma la verità dinamica è un’altra. Basta aggiungere un po’ di anima alle cose, che le cose appunto si animano. Basta aggiungere metaforicamente l’acqua della vitalità ed anche la Curcuma, da polverina inerte, come morta, come qualcuno dipinge, può diventare invece un interessante e anche importante rimedio naturale, alimentare, salutistico e anche medicinale, ad attività antinfiammatoria e non solo. Basta saperla usare. Ma soprattutto basta leggere la letteratura che ne dimostra i meccanismi biochimici, gli effetti farmacologici e l’efficacia clinicamente testata, senza fermarsi alla statica della polverina…
E quante altre erbine, secche morte e inutili, nel nostro organismo invece, sapientemente usate, diventano portatrici di salute? Allora i veri scienziati dovrebbero studiarli i fenomeni, prima di teorizzare che sono impossibili solo perché non hanno inforcato gli occhiali giusti.
Ah… questo fagiolino dove mi ha portato stamani, forse un po’ fuori del seminato…. Anzi, a proposito, vedendo l’ora che si è fatta, è giusto il momento di metter sui fornelli una bella pentola di fagioli, secchi e duri, con aglio, pomodoro, sedano e peperoncino, e farne un bel piatto, con buona pace degli amici nutrizionisti, che ancora stamani non avevo rammentato…
Buon appetito.
Fabio
PS
Chi non la conoscesse, nel tempo in cui cuociono i fagioli, può andare a cercarsi la letteratura clinica relativa alla Curcuma. Intanto la cerca, poi magari la studia.
E mentre la studia io mi mangio i fagioli, perché già la conosco.

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