Mirtillo ottimo per le cistiti, dei moscerini, forse.
Certamente curiosa è la scelta di dare risalto sulla stampa al fatto che ai moscerini della frutta faccia bene il succo del mirtillo, utile forse per curare le cistiti. Si è scomodato addirittura il Sole 24 ore per darne notizia. Ma ve li immaginate voi scienziati della McGillUniversity di Montreal e dell’Inrs-Institut Armand-Frappier di Laval mentre danno da bere il succo del Cranberry (mirtillo americano) ai moscerini
? Già, perché l’ immagine che passa al lettore più superficiale è proprio questa. Anche se in realtà si tratta di un test di laboratorio che, semmai, può servire a capire qualcosa del meccanismo d’azione di questo mirtillo.
Da meditare ci sarebbe invece sulla scelta delle notizie da pubblicare… “quantomeno” anche solo accennare al fatto che vi sono ormai numerosi trial clinici condotti su umani (donne e uomini, giovani e anziani, ricoverati e non, con catetere e senza catetere), e pubblicati, che non ne dimostrano dimostrano l’efficacia, e che ci sono poi revisioni sistematiche della letteratura come quelle della Cochrane collaboration, che già lo ha scritto dal 2012.
Attaccarsi proprio ai moscerini ci pone qualche domanda, quando anche l’ultimo trial clinico appena pubblicato su JAMA (Manisha Juthani-Mehta e coll. ) ha dimostrato che il Cranberry si comporta come il placebo. E questa ricerca è stata condotta non su moscerini ma su pazienti: un trial clinico randomizzato e controllato in doppio cieco su 185 donne anziane, in casa di cura, con infezioni urinarie. Ebbene, il trattamento, condotto per 12 mesi, è risultato uguale al placebo.
E non dimentichiamoci neppure che il meccanismo d’azione di questo mirtillo lo si sta studiando dal 1933 (Fellero CR et al. J Nutr. 1933;6:455-463) , cioè sono più di 80 anni, e non è stato ancora dimostrato che serve.
Dobbiamo allora continuare su questa strada, e passare dagli studi sugli umani per tornare a quelli sui moscerini ? Mah … può darsi, ma non tutti la pensano proprio così.
E le domande e i dubbi che ci poniamo costantemente noi che pure lo usiamo (e ai quali dà pure risultati buoni quando la scelta del paziente, prodotto, erbe e programma di terapia son giusti), le domande se le pongono anche gli altri, come Lindsay Nicolle, del Dipartimento di Medicina Interna dell’ Università di Manitoba, in Canada). Sul numero di novembre di JAMA in un editoriale dedicato, ha commentato tutta la letteratura disponibile, clinica, e alla fine ha risposto a tutte le domande fondamentali con un “It is time to move on from cranberries” .
Nessuno penso voglia rimproverarle di aver sorvolato sui moscerini.
Fabio Firenzuoli

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