20 settembre 2014 ~ 0 Commenti

Vere piante per veri pazienti.

careggiGrandine a Firenze. E’ lo stesso pensiero che ho avuto ieri mentre a Firenze grandinava, ripensando ai nostri pazienti… Pazienti veri sui quali, come chicchi grossi e inaspettati, sono piovute una, due, anche tre malattie, quando meno te lo aspetti.

Ed è pure il pensiero che ti corre in testa ripensando non tanto agli ultimi pazienti visti quanto ai pazienti che vedi sistematicamente: uomini, donne, ragazzi, anziani, soli o accuditi amorevolmente dai familiari, tutti in cerca di sollievo dalla grandine della disperazione, dei danni da farmaci, della ineluttabilità di alcune malattie, dalla negligenza o imperizia o improvvisazione, o leggerezza o solo mancanza di tempo, o dalla burocrazia o più semplicemente dalla sfortuna. Pur sempre pazienti.

Bando alla chiacchiere…

Ecco solo alcuni esempi di nostri pazienti, per comprendere come anche semplici conoscenze di fitoterapia potrebbero talvolta, o anche spesso, venire in aiuto anche durante le peggiori grandinate, quando non basta l’ombrello comune.

Una giovane donna con crisi di ansia e depressione di fondo dopo che, alla prima gravidanza, durante un lavoro precario, è stata mandata a casa, senza assumerla come previsto, e ora sta cercando di riciclarsi tra mille sofferenze. E i farmaci convenzionali non le consentono di rendere al massimo ma soprattutto non alleviano il suo dolore e la sua angoscia, anche notturna. Un dolore che le rode l’anima. Oltre le parole e al sostegno una terapia con estratti di Iperico, Rodiola, Passiflora e Amitriptilina dovrebbe esser quello che le serve ora.

Un adulto… avanzato, operato di recente per un cancro prostatico, diabetico, intollerante alle statine, con arteriopatia obliterante agli arti inferiori. Senza terapia. E’ bastata l’aggiunta di una piccola dose di aspirina prescritta dal chirurgo vascolare a scatenare la riacutizzazione della sua colite ulcerosa silente da tempo. Accettiamo la sfida di cercare i rimedi giusti per la sua sindrome metabolica compatibili con le sue pregresse patologie e intolleranze, a cominciare dalla Salvia miltiorriza, Berberina, Silimarina, Lagerstroemia e Cannella, oltre ovviamente ad un adeguato e forzato stile di vita. Al primo controllo si vedono già i primi risultati positivi. Forza e avanti.

Un adulto con prostatite cronica che preferisce evitare la terapia prescrittagli dall’ amico medico a base di antibiotici, antiinfiammatori, alfalitici, e ancora altro… Concordiamo nel fare prima gli accertamenti microbiologici ed iniziare nel frattempo una terapia con Quercetina, Ortica e Serenoa, visto che la sintomatologia e la clinica erano praticamente inconsistenti. Gli antibiotici semmai si faranno ma dopo le analisi, e se necessari, non prima.

Un’anziana signora, obesa, con osteoporosi da menopausa, un pregresso cancro dell’endometrio, e un’artrosi diffusa, venuta tuttavia carica di molte speranze, forse troppe riposte nella fitoterapia… alla quale abbiamo dovuto necessariamente spiegare che il nostro aiuto poteva essere del tutto marginale, anche se non inutile, ma solo marginale.

Una gentile signora in premenopausa con una gastrite cronica da helicobacter, ernia iatale, e reflusso biliare che non aveva tollerato la terapia convenzionale e alla quale abbiamo potuto invece prescrivere estratti di Liquirizia con Chiodi di garofano.

Mentre al ragazzo con alopecia areata abbiamo prescritto fitoterapici insieme alla terapia cortisonica locale, ed alla signora con sindrome di Lyme pure abbiamo prescritto fitoterapici in associazione alla terapia antibiotica che stava già facendo, mentre al paziente con grave cancro diffuso al fegato, inoperabile e incurabile, abbiamo dato la nostra disponibilità a seguirlo durante la sua scelta di curarsi con Artemisia annua…

Persone prima di tutto, pazienti poi, non alternativi, tutti sofferenti, cioè in veste di pazienti veri prima ancora che di malattie, per i quali anche la fitoterapia può concorrere ad alleviare più o meno consistentemente, più o meno rapidamente, il peso della grandine. Anche se per qualcuno andrebbe ancora considerata la cenerentola della medicina.

Fabio Firenzuoli

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